giovedì 26 maggio 2011

A PROPOSITO DI ACUSTICO E DEL SUO IMPLICITO VALORE

... Tanto per fare due chiacchiere ...


Al fonico di sala, il cantante dal palco: "Alzami in spia che non mi sento"...


Ecco, questa è una situazione davvero frequente che si verifica durante le prove di concerto.


Riflettiamo quindi sul questo bisogno di sentirci, su questa necessità di seguire la traccia che abbiamo in mente, la nostra voce oppure la voce del nostro strumento, cercando di "cancellare" quello che ci è attorno.


Chi è abituato a suonare in acustico, senza amplificazione e quindi primi tra tutti i maestri in orchestra, ha un'attitudine preziosa, è talmente tutt'uno col suo strumento da non avvertire la necessità di ascoltarsi, ma anzi sa mettersi nella condizione di ascolto degli altri per raggiungere una dimensione corale e di insieme che lo guida verso l'apice del risultato musicale, una sinfonia dei suoni.


Quindi, tracciando un parallelo, per noi l'insieme acustico è un modo per ognuno di svuotarsi la testa delle proprie parole e convinzioni, per ascoltare le parole e le convinzioni dell'altro.


E, crediamo essere un buon punto di partenza.


ABaP.